L’apertura dello spazio espositivo della Casa del Suono costituisce la prima e fondamentale fase d’avviamento dell’attività complessiva della nuova struttura collocata all’interno dell’ex Chiesa di Santa Elisabetta a Parma. La prospettiva, supportata già da ora dall’impiego di tecnologie all’avanguardia all’interno del centro, è quella di porsi come punto di riferimento, a livello nazionale e internazionale, della ricerca sul suono prodotto e riprodotto tecnologicamente. La divulgazione degli esiti conseguiti, lo studio e il dibattito sulle implicazioni musicali, artistiche, sociali di quella che oggi possiamo definire la “cultura del suono tecnologico” saranno elementi chiave della programmazione futura.
La Casa del Suono è nata grazie all’impegno di una rete di istituzioni che sono la Casa della Musica, il Comune di Parma, l’Università degli Studi di Parma (Sezione di Musicologia e Dipartimento di Ingegneria Industriale) e il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT).
L’opera è stata inoltre finanziata e sostenuta con il contributo della Fondazione Cariparma per quanto attiene l’insieme degli arredi e dei laboratori sonori.
L’ex Chiesa di Santa Elisabetta, risalente al XVII secolo, è stata restaurata dal Comune di Parma sotto la direzione dei lavori delle Soprintendenze ai Beni Architettonici, Storico e Artistici, Archeologici.
L’antico edificio, che da decenni versava in stato di pesante degrado, faceva originariamente parte del complesso conventuale di Santa Elisabetta d’Ungheria le cui suore, dal ‘600 in poi, s’imposero la clausura. Ecco perché il tempio si presenta tuttora suddiviso in due zone: la chiesa pubblica, più grande e destinata ad accogliere tutti i fedeli, e la cosiddetta “cappella delle monache”, più piccola, dove le sorelle pregavano o assistevano alle funzioni religiose separate dal resto degli oranti.
Lo spazio espositivo della Casa del Suono si trova nella parte principale dell’edificio, ossia nella chiesa aperta alle funzioni pubbliche, un’interessante costruzione progettata da Carlo Magnani che, in controtendenza rispetto al barocco allora imperante, ideò un impianto a croce greca di ascendenza rinascimentale.
Suggestivo e ad alto impatto tecnologico l’allestimento espositivo della Casa del Suono che, concepito e realizzato dall’Istituzione Casa della Musica con il determinante contributo della Fondazione Cariparma, permette di prendere visione della Collezione Patanè concessa dallo CNIT (una preziosa raccolta di strumenti per la riproduzione sonora dal fonografo di Edison agli apparecchi in uso alla metà del ‘900, integrata a cura della Casa della Musica con l’acquisizione delle più moderne tecnologie fino ai lettori mp3) e di vivere l’emozione-sensazione prodotta dal “lampadario sonoro” progettato dal Gruppo di Acustica della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma: un’installazione particolare, a metà tra un sistema di riproduzione audio e uno strumento musicale, in grado di generare una spazializzazione del suono che si traduce in sorgenti virtuali danzanti sopra gli spettatori, simulando “micro-fonti” sonore percepite come assai più vicine rispetto ai 4 metri di distanza della sorgente reale. L’ascolto ottimale, con effetti sorprendenti, è riservato a pochi ascoltatori concentrati sotto il lampadario stesso.
La Casa del Suono è gestita dall’Istituzione Casa della Musica.