Il progetto di restauro
Il contributo finanziario della Fondazione Cariparma ha permesso di intervenire con restauri mirati al recupero e alla conservazione di una delle più importanti chiese seicentesche di Parma. L’intervento sulla copertura, reso necessario dalle numerose infiltrazioni d’acqua, ha permesso di salvaguardare anche in futuro l’intero edificio. Successivamente si è completanto il restauro delle superfici affrescate e dell’apparato ornamentale a stucco, interessando l’intera navata principale e le ultime due campate della navata laterale destra e le rispettive cappelle.
Le operazioni di restauro hanno consentito di recuperare le luminose cromie seicentesche originarie degli affreschi celate per anni da una pellicola scura sedimentata su tutto l’apparato pittorico. Lo stesso principio è stato utilizzato per le balaustre lignee e per gli altari laterali, svelando, per questi ultimi, sotto i colori cupi tardo ottocenteschi, chiare cromie avorio e oro. Per la parete absidale, con una decorazione a finta prospettiva di esecuzione ottocentesca, è stato necessario un intervento capillare di consolidamento non invasivo per riancorare la fodera interna, staccatasi dal supporto nel corso degli anni, al paramento portante esterno, risolvendo i gravi problemi che ne minavano la solidità strutturale.
La messa in sicurezza della chiesa ha comportato la sostituzione degli infissi novecenteschi in ferro non più a tenuta con nuovi in legno di disegno uguale a quelli originali. Infine l’edificio è stato dotato di un sistema di antifurto e per valorizzarne l’articolazione spaziale si è completato l’impianto di illuminazione.
Cenni storici
La chiesa di S. Cristina, unitamente all’ex convento dei Padri Teatini, è affacciata su via Repubblica, nei pressi di una porta della città altomedievale, cioè sulla strada sorta sul sedime del cardo della colonia romana di Parma.Successivamente all’istituzione del Ducato nel 1545, il tratto urbano della strada Emilia ad est della piazza Grande (attuale Piazza Garibaldi), è oggetto di impegnativi lavori di trasformazione e adeguamento agli stilemi dell’architettura della rinascenza classica e, successivamente, dell’età barocca.
Si assiste alla realizzazione nel corso di alcuni decenni a complessi interventi edilizi, al centro di articolate trattive amministrative, promossi dalle autorità locali per adeguare lo scenario dei fabbricati prospicienti la strada al mutato ruolo assunto dal percorso viario nella città fra ‘500 e ‘800, divenuto, infatti, dal 1566 in occasione del matrimonio di Maria di Portogallo e Alessandro Farnese, percorso ufficiale di rappresentanza per gli ingressi solenni dei duchi e degli ospiti di riguardo della corte. La chiesa di S. Cristina è in ordine cronologico la terza chiesa ad essere trasformata tra XVI e XVII sec. sul tratto di strada considerato.
Dopo la riforma rinascimentale del prospetto della chiesa di S. Michele nel 1514, all’estremità est di Via Repubblica, la costruzione del campanile di S. Sepolcro nel 1616, si procede alla ricostruzione della facciata della chiesa di S. Vitale nel 1651 all’estremità ovest, adeguando contemporanemente l’antica chiesa gotica di S. Cristina nel tratto centrale della strada, uno spazio urbano di cui si completa la riqualificazione ambientale con la ricostruzione della chiesa di S. Antonio nel 1712-1714 ad opera dell’architetto scenografo Ferdinando Bibiena.
In questo contesto di ripresa della presenza religiosa sulla scena urbana di Parma nella seconda metà del XVII sec, con la definitiva uscita dalla crisi causata alle strutture sociali ed economiche cittadini dagli eventi tragici della peste del 1630, con il patrocinio della duchessa Margherita Aldobrandini, i Padri Teatini promuovono la riedificazione a partire dal 1649 della vecchia chiesa medievale, realizzando una nuova architettura a navate parallele di netta impronta barocca su progetto del padre teatino Pietro Caracciolo e affidando l’appalto della costruzione al capomastro Domenico Buttini assistito dall’architetto della Comunità di Parma Cristoforo Albertini.
La nuova chiesa, con orientamento nord-sud, sostituisce il precedente edificio, ricordato dal X secolo, invertendone l’orientamento per realizzare la facciata principale direttamente prospiciente sull’asse della Via Emilia, nuovo percorso rappresentativo della città.I lavori alla chiesa, dopo una sospensione del cantiere tra il 1651 e il 1659, sono definitivamente terminati nel 1662 con la realizzazione della fabbrica attuale, completando contemporaneamente anche la decorazione pittorica interna con scene tratte dalla vita di S. Gaetano di Thiene, fondatore dell’Ordine Teatino, ad opera del pittore Filippo Galletti, per le figurazioni, e Alessandro Baratta, per le quadrature, mentre la decorazione sulla parete absidale si deve a Giacomo Giacopelli (metà XIX sec.).
L’insieme decorativo di S. Cristina rappresenta perciò, per l’unitarietà della progettazione, costruzione e decorazione, una delle principali committenze artistiche del XVII sec. e una delle più integre testimonianze del mecenatismo promosso a Parma sullo scorcio del XVII sec. dai nuovi ordini religiosi insediati in città nella fervida stagione della Controriforma tra la fine del XVI sec. e i primi decenni del secolo successivo.