La Fondazione Cariparma ha sostenuto i lavori di restauro e recupero architettonico dello storico edificio “La Corte” di Traversetolo.
Particolarmente rappresentativa della cultura locale e situata al centro del paese, la “Corte” è stata adibita a Centro civico comunale: ospita la Biblioteca, la Sala Consigliare e una Sala per esposizioni.
Sala Esposizioni
Lo spazio conosciuto come la stalla Pavesi Paoletti, posta in testata a nord-est, potrà venire utilizzata come Sala per Esposizioni, poiché fornita di un accesso indipendente a tutta la struttura. La serie delle colonne e delle volte a padiglione generano uno spazio racchiuso fortemente caratterizzato dalla tessitura in mattoni e tavelle: esso pare essere molto adatto, essendo sotto il portico, per manifestazioni e convegni.
Atrio Biblioteca Comunale
L’Atrio, pensato come filtro distributore al vano scala e al piano terra della Biblioteca, viene inserito nell’ambiente voltato dell’ex porta morta. Lo spazio, prima ingombrato da un bagno, è stato ripulito delle superfetazioni e della tamponatura della parete di fondo: in questo modo è stata riportata alla luce la natura di “porta morta” del vano costruito nel 1836 dai Mazza. Da qui si accederà alla Biblioteca e all’intera struttura.
Gli ambienti successivi, storicamente costruiti come corpi di servizio all’ala rurale erano notevolmente manomessi e sono stati recuperati con vari interventi. La scala esistente è stata sostituita da una scala in struttura metallica e legno e da un ascensore. Dalla scala si passa al piano superiore dove si trovano la sala consigliare e la biblioteca. Si è inoltre deciso di ripristinare il passaggio sotto il portico della metà dell’800 posto in testata alla stalla Pavesi Paoletti, quasi una finestra sulla corte interna, che lascia intravedere anche da via Cantini il centro vuoto del complesso e in lontananza lo spazio a giardino dedicato al gioco dei bambini.
Sala Biblioteca per ragazzi
Gli spazi a piano terra, corrispondenti al portico e alla stalla Tassoni (1800) sono stati ripuliti, eliminando le divisorie interne e i muri edificati in passato e il cui abbattimento ha rivelato l’originario impianto a moduli, fortemente caratterizzato dai soffitti a volta e dalle colonne.
Tali spazi, tutti comunicanti tra loro, saranno utilizzati come Sala Internet, Emeroteca, Sala Prescolare e Sala Ragazzi.
Sala Consigliare
E’ collocata nel grande spazio aperto a tutta altezza del fienile Pavesi-Paoletti, costruito nei primi anni del ‘900, caratterizzato dalla copertura con travi di legno e che si affaccia, per tutta la lunghezza dell’ambiente, sul portico sottostante.
Su tale lato sono state istallate grandi finestre a vetrata per non intaccare la struttura originaria e per garantire un buon livello di illuminazione interna (luce indiretta, grazie alla presenza del portico, che garantisce ombreggiamento, ventilazione e protezione dagli eventi atmosferici).
In questo modo si riusa lo spazio del fienile, senza modificarne lo spazio e la vetrata assume un significato simbolico: la trasparenza dell’attività politica da parte degli amministratori, nei confronti dei cittadini. Per coloro che entrano nella sala consigliare sarà subito evidente il grande senso di spazialità, di luce e apertura. La visuale che si gode dalla sala del consiglio è davvero ineguagliabile.
La Biblioteca
Occupa gli spazi della legnaia e del fienile dell’epoca Mazza (1836). Eliminata la scala incongrua e le suddivisioni interne successive, il progetto ha previsto l’apertura di un varco a tutta altezza sul muro divisorio, che ha scoperto e recuperato la percezione dell’arco a tutto sesto interno alla legnaia.
La biblioteca si sviluppa su due livelli per un totale di 36 posti di lettura. Sono stati inseriti due soppalchi in tecnologie leggere e a fissaggio reversibile completamente staccati dai muri perimetrali e con un corpo scala centrale, che connette il piano rialzato interno al piano primo della biblioteca. I due soppalchi interni garantiscono lo sviluppo della biblioteca su più livelli, che si affacciano l’uno sull’altro, costituendo una serie di sale di lettura differenti, ma connesse visivamente e contenute nello spazio dell’ex fienile. Dai due soppalchi, tramite lucernari sul soffitto si gode della luce e della bellezza del cielo. Inoltre, dalla biblioteca tramite una grande vetrata si ci affaccia sul porticato colonnato: anche questa grande apertura sull’esterno dà un senso di ampiezza dei locali oltre che rendere l’edificio compenetrato dalla natura, creando la sensazione di essere all’esterno anziché in un locale chiuso.
Sotto ai piani rialzati viene custodita e contenuta la maggior parte dei volumi della biblioteca, garantendo una divisione funzionale. La copertura originaria a falde sfalsate con struttura in travi, terzere e travetti viene recuperata con l’uso delle tavelle e l’apertura dei due lucernari orizzontali.
Sala Riunioni
La Sala Riunioni della Biblioteca viene collocata nello spazio affiancato alla scala con il ripristino dell’apertura storica, che si affaccia sullo spazio a doppia altezza della biblioteca. Questa sala Riunioni, essendo in connessione con gli spazi soppalcati della biblioteca potrebbe nel tempo trasformarsi in sala di lettura, garantendo una notevole flessibilità agli spazi del centro culturale. All’altro capo del corpo di servizio viene riaperto il taglio a tutt’altezza corrispondente alla porta della sala consigliare: una grande vetrata sopra alla porta permetterà l’affaccio sulla sala dal secondo piano.ibrario, suddivisi tra narrativa e saggistica sezione adulti, narrativa e saggistica sezione ragazzi, libri prescolari, enciclopedie e dizionari per la consultazione.
La storia dell’edificio
Lo sviluppo urbanistico di Traversetolo ha inizio nella seconda metà del 1700: il Governo Borbonico, mirando ad un più capillare controllo amministrativo del territorio, dislocò in diversi centri, ed anche in Traversetolo, burocrati e militari. Ciò ebbe quale conseguenza la necessità di adeguati alloggi nella borgata, confacenti alle nuove esigenze. Ha così inizio quello sviluppo edilizio che, se pur lentamente, indusse il trasferimento del “centro” da Guardasone a Traversetolo, promosso definitivamente a “Mairie” (comune) nei primi dell’800.
Le prime notizie certe sull’esistenza di un’antica abitazione posta dove ora sorge la “Corte” risalgono al 1600. Ne era proprietario Don Capponi il quale, con disposizione testamentaria, la lasciò alla Confraternita del Suffragio da lui fondata nella prima metà del 1600. Nel 1756 e per poche lire, l’eredità Capponi passa ad un certo Carlo Asti di Parma che in paese svolgeva funzioni di Segretario amministrativo. Nel suo insieme l’immobile acquistato da Carlo Asti doveva apparire come una residenza già signorile ma assai modesta rispetto alla corte attuale.
Verso la fine del 1700, primi ottocento, l’edificio cambia proprietario e viene ampliato: la corte passa nelle mani del marchese Tassoni. Il marchese Giulio Cesare Tassoni Villa, prestò servizio nella Compagnia “Colonnella” del reggimento della Guardia Ducale e venne promosso per meriti dal Duca Ferdinando Infante di Spagna, nel 1779. La sua carriera proseguì fino a ricoprire la carica di Ciambellano dell’Arciduchessa d’Austria Maria Luigia, alla quale resterà fedele fino alla morte avvenuta nel 1830. Sposato con la nobildonna Maria Luigia Scaroni, teneva la sua residenza a Parma, in Borgo San Giovanni. Risale quindi al Tassoni la prima “Corte”.
L’edificio padronale si sviluppava lungo lo stradello che dalla borgata, dopo aver superato il piccolo ponticello in legno sul rio Fontanelle, conduceva alla fornace e quindi verso Castione. L’attuale piazza Fanfulla non era che un campo coltivo con frutteto e viti che saliva con naturale pendio fino allo strada per la Costa. La parte rustica della Corte si volgeva invece verso l’altra carraia che conduceva al Termina per poi proseguire in direzione di Vignale e raggiungere quindi il mulino di Guardasone.
Alla morte del marchese Tassoni, per sua volontà testamentaria tutta la sua proprietà passa alla moglie marchesa Maria Luigia Scaroni Tassoni. Deceduta nel 1835 senza eredi diretti l’intero patrimonio transita al fratello Giuseppe Scaroni residente in borgo dei Servi 15, il quale, l’anno seguente, il 1836 ,lo pone in vendita. L’atto di cessione ad opera del notaio Musi porta la data del 3 marzo 1836, gli acquirenti sono i fratelli Giuseppe e Vincenzo Mazza di Provazzano (frazione di Neviano degli Arduini).
In successione alla morte dei due fratelli Mazza la proprietà, pur rimanendo unita, risulta intestata agli eredi Paolo e Anna, figli di Giuseppe, e Pietro figlio di Vincenzo. Paolo, intestatario della maggior parte della proprietà, sposerà quindi Antonietta Pavesi; essendo Antonietta di Traversetolo, i coniugi alterneranno la loro dimora tra Parma ed il paese.
I Mazza modificano in parte la fisionomia della Corte agendo principalmente sulla parte rustica: costruiscono una nuova stalla per bovini, con fienile, all’estremità est del fabbricato rurale; mantengono poi un accesso esterno nel già preesistente portico annesso alla stalla per cavalli. La tradizione orale vuole che sia stata funzionante presso la Corte una posta per le prime diligenze in servizio tra la città ed i paesi della nostra montagna. Anche la parte padronale della Corte subisce modifiche: si innalza la zona centrale dell’edificio ricavando così un appartamento per il custode o inserviente, raccordando il livello del pavimento col prolungamento del fienile. Questi lavori di sistemazione sono probabilmente concomitanti alle modifiche della recinzione esterna avvenute nel 1853. In questo anno infatti sia i Mazza che il Mattioli cedono due strisce di terreno ortivo di loro proprietà al Comune per permettere l’allargamento della strada per Vignale, lungo il rio Fontanelle.
Negli anni seguenti a partire dal 1887 l’Amministrazione comunale prende a discutere sulla necessità di riprogettare la strada per Vignale. L’ampliamento del primo tratto lungo il rio Fontanelle e la costruzione del ponte in legno sul Termina, rendevano indispensabile, per il maggior afflusso di viaggiatori, la creazione di un nuovo tracciato che dalla Termina giungesse all’Enza. Nel 1897 si dà inizio ai lavori e ciò comporta un notevole riassetto del perimetro esterno della Corte. Infatti il nuovo progetto prevede la copertura del rio Fontanelle con conseguente ampliamento della via, modifica del perimetro della cinta muraria della corte, demolizione di un vecchio fabbricato rustico compreso nell’orto della Corte con ridimensionamento di quest’ultimo e nuovo muro perimetrale assai più arretrato rispetto al precedente.
Nel momento in cui tali lavori sono in atto la Corte muta la sua proprietà. Nel 1873 il sette di maggio era morto in Parma Paolo Mazza lasciando parte della sua eredità, tra cui la Corte, ed altri terreni in Traversetolo, alla moglie Antonietta Pavesi. L’atto di notifica di tale passaggio è firmato dall’allora ricevitore delle imposte del Catasto per Traversetolo: Alessandro Paoletti, nato a Tarantasca di Cuneo il 12 luglio 1849 e giunto a Traversetolo nel 1873. Paoletti sposerà quindi la vedova del Mazza, Antonietta Pavesi, e di conseguenza la Corte avrà la nuova intestazione di proprietà “Pavesi Paoletti”.
Paoletti apportò numerose modifiche alla parte rustica della Corte: chiusura di tutti gli accessi su via Fontanelle per aprirne uno unico, ampio, a servizio dell’aia che risulterà di maggior respiro dopo la demolizione della precedente stalla e l’edificazione di una nuova, assai più lunga, che accompagnava, e accompagna tuttora, il corso della via comunale; un nuovo e più ampio portico; l’edificazione del pagliaio al limite del canaletto di Sorano. In pratica la Corte venne ad assumere l’attuale fisionomia.
Nel 1894 l’amministrazione, dopo aver varato il primo regolamento edilizio, orienta il proprio intento sulla necessità di dotare il paese di una vera e propria piazza che possa incrementare il redditizio mercato della legna che da secoli si teneva alla confluenza delle due Termine nei pressi dell’imbocco per la Gabbiola. La Corte viene ad essere interamente coinvolta nel progetto: sia per la perdita di buona parte del coltivo che le appartiene, sia per il ridimensionamento del suo perimetro con l’abbattimento di una parte del muro di recinzione, ricostruito più internamente per consentire maggior spazio alla piazza. Una volta iniziati i lavori il progetto subì ulteriori modifiche che portarono al completo sbancamento del frutteto Pavesi Paoletti, fino a giungere all’attuale fisionomia della piazza, verso il 1916. Quella che era nata quale “Piazza del mercato della legna”, mutò poi titolazione nel 1922 quando venne dedicata a Fanfulla da Guardasone.
Il 10 novembre 1918 viene a mancare Antonietta Pavesi e la sua eredità è trasferita al marito Paoletti, già Consigliere comunale e personaggio assai stimato nella borgata. Egli amministra con estrema competenza i beni avuti dalla moglie, ampliando la proprietà fondiaria e apportando migliorie a favore degli agricoltori dipendenti. Deceduto il 21 febbraio 1934, per sua volontà testamentaria i beni, tra cui la “Corte”, passano a Annamaria Ponzi, nipote di Antonietta Pavesi. Avendo Annamaria Ponzi sposato il Generale Alessandro Negro, la “Corte” acquista l’intestazione “Ponzi Negro” che rimarrà tale anche al momento del passaggio ai figli Giorgetto e Clementina: il primo diverrà proprietario dell’immobile, la seconda della parte ortiva prospiciente il largo Fratelli Cantini. Quest’area verde verrà dichiarata edificabile nei primi anni sessanta così, su progetto del geometra Mazza di Traversetolo, Clementina vi innalzerà nel 1967 l’edificio condominiale tuttora esistente. Questo fabbricato viene in seguito ceduto dal figlio di Clementina, Giorgio, ai signori Giacomo Avanzini e Gerardo Tesauri nel ’97.
La “Corte” invece, rimasta intatta, giunge per via ereditaria da Giorgetto Negro a Negro Ponzi Alessandro e Maria Maddalena, fratelli, che la venderanno al cavaliere Bruno Agresti, in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società ” La Corte” S.R.L., il 27 novembre 1992. Divenuto Agresti l’unico titolare della società, ne proporrà l’acquisto, in diverse occasioni, all’Amministrazione Comunale. Le trattative protratte a lungo raggiunsero effetto positivo nell’estate del 1999 e così il 3 settembre, il Comune diviene ufficialmente proprietario della “Corte”.