La Casa natale di Arturo Toscanini, acquistata dai suoi discendenti e donata al Comune di Parma nel 1967 affinché ne facesse un museo aperto al pubblico, è stata riaperta il 16 gennaio 2007 in occasione del cinquantenario della morte del Maestro: rinnovato l’assetto espositivo, che in ogni caso continua a basarsi sul lascito di documenti e oggetti donati dalla Famiglia Toscanini, e rinnovata la struttura, che è ora accessibile a tutte le fasce di pubblico e garantisce la conservazione dei preziosi oggetti in mostra.
Per tutelare la conservazione dei documenti e favorire il comfort dei visitatori, sono stati costruiti un ascensore e nuovi impianti di illuminazione, di condizionamento dell’aria e di controllo dell’umidità. Per mantenere le caratteristiche della Casa natale si sono inoltre recuperati materiali originali, o comunque d’epoca, in modo da preservare la fisionomia storica dell’edificio.
Per quanto riguarda il riassetto del Museo, è stato studiato un percorso in grado di offrire ai visitatori la possibilità di conoscere in modo organico la figura del sommo direttore.
Ad ogni stanza è stato assegnato un tema: “Parma e Toscanini”, “La sua vita”, “L’immagine del mito”, “I suoi compagni di viaggio”, “Toscanini, il disco e gli altri media”. Un viaggio costruito anche mediante l’utilizzo degli strumenti che la tecnologia e l’attuale metodologia museale forniscono (ipertesti, montaggi d’immagini, video), allargando così le pareti di queste stanze a un panorama più ampio di quello dato dai soli documenti esposti.
E’ così possibile scoprire quali furono i rapporti tra Toscanini e i compositori che predilesse, “in primis” Verdi, Wagner, Puccini. In quest’ottica sono visibili nel Museo oggetti e documenti di assoluta rarità come il volume dei Copialettere verdiani edito nel 1913 ( primo centenario della nascita di Verdi) e l’autografo verdiano che riporta una celebre frase di Falstaff dall’opera omonima. Quindi lo spartito della Turandot di Puccini nella splendida edizione fuori commercio pubblicata in occasione della prima dell’opera e alcuni oggetti personali appartenuti a Richard Wagner: gli occhiali, una cartella, il boccale d’argento donato a Toscanini dalla figlia Eva e il ritratto di Cosima Wagner regalato dalla figlia del grande compositore, Daniela Thode, che vi autografò una dedica.