Te Amo. Immagini del Giardino di Parma
8 Aprile 2006 - 30 Aprile 2006
Uno dei meglio conservati “monumenti verdi” del Settecento europeo, il Parco Ducale di Parma, è stato l’oggetto dell’esplorazione visiva di Carlo Gardini, fotografo parmigiano contemporaneo, che ne ha interpretato scorci, luci, luoghi, “colori” attraverso una suggestiva stampa in bianco e nero, in mostra a Palazzo Bossi Bocchi, dall’8 al 30 aprile 2006, a cura della Fondazione Cariparma.
A cinque anni dall’inaugurazione del restauro al Giardino finanziato dalla Fondazione stessa, sono state presentate quarantasei fotografie digitali di grande formato, stampate con pigmenti di carbone su cartoncino di cotone purissimo, distribuite in quattro sale espositive.
Il risultato è uno sguardo inedito e sorprendente, che esalta le alterne sfumature delle stagioni, i grandiosi spazi di Petitot, le raffinate composizioni di Boudard, ma racconta anche della vita di oggi: animali, fruitori occasionali, visitatori assidui, attività lavorative.
La mostra – a ideale corollario – offriva anche, attraverso quattro secoli di rappresentazioni riproducibili del Giardino Ducale, una sorta di “corridoio del tempo” lungo il quale si potevano ammirare i principali episodi di riproduzione monocromatica del Giardino stesso, grazie a pezzi scelti dalle Raccolte d’Arte della Fondazione Cariparma.
Apriva il percorso il Settecento, con le preziose incisioni del celebre libro bodoniano Descrizione delle feste…, stampato nel 1769 in occasione delle nozze di Don Ferdinando di Borbone e Maria Amalia d’Austria. Ben tre diversi eventi spettacolari furono offerti agli ospiti stranieri e alla corte in altrettanti spazi disegnati da Petitot: l’Anfiteatro del torneo cavalleresco, la fiera cinese e il boschetto d’Arcadia, con il tempietto in rovina, tutti riprodotti in stampe firmate dai principali incisori dell’epoca.
A seguire le litografie celebrative dei Monumenti e munificenze di Maria Luigia, del 1842, sette delle quali dedicate al Giardino, con il palazzo, la peschiera e l’aranciaia.
A raccontare l’uso ormai pubblico del Giardino nei primi trent’anni del Novecento, è stata una presentazione multimediale della raccolta di cartoline d’epoca recentemente acquisita dalla Fondazione: con la “fotografia che viaggia” si diffusero per posta le strutture effimere allestite nel 1913 per il Centenario della nascita di Giuseppe Verdi, le immagini delle attrezzature e delle attività militari, l’aspetto dei frequentatori con i loro svariati modi di divertirsi e di vivere il Giardino.