L’arte del Presepe napoletano
1 Novembre 2007 - 13 Gennaio 2008
Nell’occasione del Natale 2007 la Croce Rossa – Sezione Femminile di Parma, in collaborazione con la Fondazione Cariparma, ha proposto una mostra dedicata all’arte del Presepe Napoletano.
Negli spazi espositivi di Palazzo Bossi Bocchi sono stati presentati circa 40 pezzi scelti di presepi realizzati dall’Associazione Amici del Presepe Napoletano.
Affermatosi a Napoli nel Settecento durante il Regno di Carlo di Borbone, questa particolarissima espressione d’arte che non può essere confinata nell’angusto territorio del “popolare” offre una sintesi per certi versi stupefacente delle tendenze culturali che si sviluppano a Napoli nell’età barocca fino al primo Ottocento. Forse più di tanta produzione figurativa “maggiore”, il Presepe riflette in modo immediato e tangibile lo spirito di un’epoca, con i suoi splendori e le sue miserie, la sua forte presa sulla realtà e al tempo stesso il suo bisogno di evasione.Nella sua stagione più felice, che dal Settecento si inoltra fino ai primi decenni del secolo successivo, la rappresentazione plastica della Natività, nelle chiese come nei palazzi, si connota di toni spettacolari e profani. E come su un immenso palcoscenico, che si rinnova anno dopo anno con trovate sceniche di sicuro effetto, si anima la vita popolare.
Ancora oggi la tradizione artistica del Presepe è cara ai napoletani, e non solo ad essi, ricca com’è di implicazioni culturali e di costume, ma anche sentimentali, che attengono alle emozioni e ai ricordi di ognuno.
La mostra “l’Arte del Presepe Napoletano” ha inteso divulgare un patrimonio di tradizioni, di cultura, di tecniche artistiche specialistiche che si muovono sul solco della grande arte presepiale napoletana. Ha infatti presentato una ricca selezione di esemplari moderni realizzati da maestri artigiani che si muovono sul solco della tradizione antica contraddistinti da una notevole raffinatezza plastica e singolari capacità ritrattistiche.
I maestri napoletani modellano la creta con sapienza e basta solo uno spunto visivo, o un ricordo, per plasmare testine, animali, ortaggi, nature morte, che vengono inserite in scenografie riprese dal passato e dal presente, un modo per creare il nuovo ma con uno sguardo alla tradizione.L’ossatura delle scenografie è di legno compensato o multistrato di vario spessore, tagliato e disposto secondo il progetto da realizzare. Il tutto è tenuto insieme ed assemblato da chiodi, viti, colla termoplastica e vinilica e ricoperto poi da sugheri di vari tipi, sia a corteccia che a tavoletta. Stucco e segatura completano l’opera prima della dipintura con colori acrilici o tempere. Muschio, sia sintetico che naturale, rami d’albero, tralci di vite, tegoline in terracotta, balaustre in ferro, tintura di noce, concludono il lavoro.
Le “statuine” di misura inferiore ai 15 cm. sono interamente in terracotta. Quelle che vanno dai 18 ai 40 cm. di altezza hanno un’anima di filo di ferro cotto e intrecciato, completamente rivestito da stoffa e ricoperto da stoppa fino al raggiungimento dello spessore voluto e ciò per dare un’impressione di naturalezza sia alla posizione che al portamento. Esse hanno testa di terracotta, modellata a mano, occhi di vetro o di ceramica, arti in terracotta o in legno finemente intagliato.
Il tutto è dipinto con colori ad olio, acrilici o tempere, dipendentemente dalla scelta dell’artista o dall’effetto che si vuole realizzare.
Gli abiti, secondo lo stile che rispecchia il ‘700 e l’800 napoletano, sono di stoffe che variano a seconda dei personaggi: di preziose sete dell’antica seteria di S. Leucio, a tinta unita quelli della Sacra Famiglia e degli Angeli, di seta cordonata e trapunta d’oro e d’argento quelli degli orientali, dei nobili e dei contadini in abito da festa; di stoffe ben più “popolari” quali il fustagno, il cotonaccio, la juta, la garza, la pelle, sono gli abiti dei “rustici”, dei mendicanti, dei venditori ambulanti.
I bottoni sono ricoperti da fili di lana o di seta o anche fatti d’argento a seconda di quanto richiede il vestito; gli ornamenti sono in pietre naturali, perle, argento (oro?). Le passamanerie sono di raso, di seta o di metallo dorato; i ricami sono eseguiti con fili di seta colorati; gli animali sono modellati in terracotta o scolpiti in legno con orecchie, corna e coda di piombo, gambe di legno.La grande varietà di accessori richiede i materiali più svariati: quelli in ferro sono stati intagliati in lamierini di diverso spessore ed assemblati a caldo; i cestini, in rigoroso stile ‘700 napoletano, sono realizzati con listelli di legno pregiato tipo castagno, frassino, betulla, giunco, midollino, vimini e rafia.
La frutta e la verdura traslucide, nonchè i formaggi, sono plasmati a mano dopo la fusione di varie miscele di cera, da quella vergine, alla paraffina, alla carnauba. Essi sono precolorati o dipinti, dopo la modellatura , con colori a olio. La frutta e la verdura di maggiore consistenza sono modellate in terracotta, poi dipinte a tempera, ad oli o in acrilico. Piatti, bicchieri, orci, vasi, zuppiere, piastrelle… sono realizzati in terracotta, terraglia, maiolica, porcellana o vetro.
Gli strumenti musicali sono in legno pregiato; l’oggettistica di lusso in argento cesellato, legno intarsiato e non, madreperla, tartaruga, acciaio.