Fuochi di gioia e lacrime d’argento. Apparati effimeri e memorie a stampa in onore di Luisa Elisabetta di Borbone
11 Aprile 2010 - 16 Maggio 2010
Parma, Aprile 2010 – Esattamente 250 anni fa Parma, Piacenza e Guastalla commemoravano la loro duchessa Luisa Elisabetta di Borbone, scomparsa prematuramente a Versailles il 6 dicembre 1759.
I sudditi la chiamavano “Babet”, il nomignolo usato affettuosamente da suo padre, Luigi XV di Francia, che per lei nutriva una vera predilezione. Una vita breve la sua, ma singolare anche in un secolo straordinario per l’emancipazione femminile come il Settecento: fu infatti una donna volitiva, indipendente e brillante, ma anche una moglie affezionata (tenerissime le lettere al marito don Filippo, il suo “cher Pippo”) e una madre scrupolosa (si deve a lei la scelta di Condillac, famoso filosofo sensista, quale istitutore del figlio don Ferdinando).
Sposata appena dodicenne a don Flippo di Borbone, futuro duca di Parma, fu un’abile diplomatica (progettò le nozze della primogenita Isabella con Giuseppe d’Asburgo, futuro imperatore d’Austria) e fu sensibile all’arte, quale corollario della regalità, chiamando dalla Francia architetti, artisti e intellettuali per dare nuovo volto alle regge di Parma, Colorno e Sala Baganza, con l’obiettivo di replicare i fasti della Versailles che aveva conosciuto nella sua infanzia dorata.
La Fondazione Cariparma e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambiente, Territorio e Architettura dell’Università di Parma, in collaborazione con la Biblioteca Palatina di Parma, hanno deciso di ricordare questo personaggio, ancora poco approfondito dalla storiografia europea, oltre che dei Ducati, e il primo decennio borbonico a Parma con una serie di quattro manifestazioni.
La prima ha coinciso con la presentazione pubblica della terza versione nota di un ritratto postumo di Luisa Elisabetta, dipinto da Jean Marc Nattier e conservato in collezione privata, esposto a Palazzo Bossi Bocchi accanto a quello ormai conosciutissimo di proprietà della Fondazione, opera di Louis Michel Van Loo, e ad alcuni pezzi scelti fra i disegni e le incisioni appartenenti alle collezioni della Fondazione.
Il secondo appuntamento inaugurerà l’11 aprile prossimo: una mostra dal titolo “Fuochi di gioia e lacrime d’argento. Apparati effimeri e memorie a stampa in onore di Luisa Elisabetta di Borbone”. S’indaga sugli allestimenti e sull’editoria d’occasione che hanno scandito la breve esistenza di Babet: le feste nuziali a Parigi, le tappe durante i numerosi viaggi ufficiali, il battesimo del figlio Ferdinando(i fuochi di gioia) e infine le esequie solenni a Parigi, Piacenza, Guastalla e Parma (le lacrime d’argento), quest’ultime volute dalla Corte nella chiesa dell’Annunziata e affidate all’architetto Ennemond Alexandre Petitot.
La mostra intende indagare un episodio emblematico della straordinaria stagione settecentesca di eventi spettacolari e di editoria d’occasione, riproponendone gli apparati attraverso riproduzioni in due e tre dimensioni, oltre naturalmente a pezzi originali, scelti fra i disegni e i dipinti appartenenti alle collezioni della Fondazione Cariparma, a raccolte private e a collezioni pubbliche, tra le quali spicca quella della Biblioteca Palatina, cui appartengono rarissime e preziose edizioni commemorative delle feste dinastiche parigine ed emiliane.
Durante il periodo di apertura, a Palazzo Bossi Bocchi saranno organizzate conferenze e visite guidate (il 15 aprile Alessandro Malinverni parlerà dell’Effimero eternato nel caso delle feste parigine del 1739; il 23 aprile sarà la volta di Carlo Mambriani e Davide Gasparotto, che presenteranno la mostra al pubblico della “Settimana della Cultura”).
Tra il 16 e il 20 giugno 2010 è prevista la visita alle Collezioni d’arte della Fondazione Cariparma da parte dell’Associazione Culturale GHAMU (Groupe Histoire Architecture Mentalités Urbaines), composta da specialisti del Settecento europeo legati all’Università della Sorbona; nell’occasione saranno mostrati i disegni di Petitot appartenenti alle collezioni d’arte della Fondazione Cariparma, in particolare quelli legati alla committenza della Duchessa e alla trasformazione di Parma in occasione delle nozze di Isabella con il futuro imperatore, nonché i numerosi ritratti dei personaggi della corte borbonica esposti a Palazzo Bossi Bocchi.
Infine, dal 16 al 18 settembre 2010 Parma ospiterà un convegno internazionale di studi dedicato alla figura di Luisa Elisabetta e al primo decennio di dominio borbonico a Parma 1749-1759,organizzato dai professori Carlo Mambriani (Università di Parma) e Gianfranco Fiaccadori (Università di Milano), con l’aiuto di enti locali (come la Provincia, i comuni di Sala Baganza e Colorno, l’Arma dei Carabinieri, la Biblioteca Palatina) e finalizzato a una migliore comprensione dei profondi legami storici, artistici e culturali tra Parma e la Francia. Hanno già aderito importanti studiosi francesi, italiani e spagnoli, esperti di varie discipline storiche e artistiche, al fine di offrire una panoramica esaustiva – dalla storia alla filosofia e alla letteratura, dall’arte alla musica e al costume – di un periodo finora poco indagato negli studi, che pure ha segnato la prima apertura dei Ducati a una dimensione veramente internazionale e cosmopolita, costituendo l’indispensabile premessa all’età aurea e più nota di Parma quale «Atene d’Italia».