Bruno Zoni
16 Gennaio 1999
La retrospettiva, curata da Luciano Caramel, propone l’attività matura – a partire dalla metà degli anni Cinquanta – del pittore (Parma, 1911 – 1986), al quale la Fondazione della Cassa di Risparmio di Parma ha già dedicato nel 1995, sempre a cura di Luciano Caramel, un’antologia del lavoro tra il 1930 e il 1954.
Quella rassegna, dopo aver documentato il poco noto percorso di Zoni lungo gli anni Trenta e Quaranta, costantemente segnato da un’attenzione al vero insieme mentale e rispettosa del naturale, talora anche con accenti fortemente espressivi, si concludeva con una Marina esposta nel 1954 al Premio Michetti.
La nuova mostra muoverà da quel dipinto, strutturato secondo una geometria di origine postcubista, evidenziando il progressivo sciogliersi da schemi rigidi in opere dominate da un colore diffuso, con echi dell’informale. Sono dapprima soprattutto vedute, della costa ligure e della pianura padana, ma anche di città come Venezia e in particolare Parma. Successivamente, dal 1959-69 al 1963-64, l’artista abbraccia una pittura segnica, in figure, oltre che ancora e soprattutto, in paesaggi di alta qualità, esposti in mostre prestigiose, in Italia (nel Premio Esso del 1961 e nel Premio Sassari del 1962) e fuori (nel 1962 anche negli Stati Uniti).
Si riaffacciano in questo periodo i temi industriali, già coltivati nell’immediato dopoguerra.
Tra il 1964-65 e il 1968 si assiste invece al ritorno a immagini più costruite e integre, in Vedute di Parma e in una serie di forti ritratti, cui sono dedicate due sale dell’esposizione.
Subito dopo, tuttavia, Zoni persegue un progressivo rarefarsi della figurazione, sempre più dominata dalla luce, in visioni decantate, che si spingono fino agli iniziali anni Settanta, prima del lungo periodo finale della vita dell’artista, nel quale Zoni, soprattutto per motivi di salute, rallentò e poi abbandonò l’impegno diretto della pittura.
Attraverso opere di alto livello – di collezioni pubbliche e private (tra esse quelle della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma), oltre che degli eredi – risulta dalla mostra un pittore per lo più inedito, che costituirà una rivelazione non solo per gli studiosi e collezionisti non di Parma, ma per i suoi stessi concittadini.
Per questa retrospettiva, Luciano Caramel ha selezionato oltre cento opere, in predominanza ad olio su tavola o tela, ma anche eseguite con altre tecniche e materiali, tutte riprodotte nel catalogo edito dalla Fondazione, accompagnate da un saggio del curatore e da ampi registi bibliografici.