1860 prima e dopo. Gli artisti parmensi e l’Unità d’Italia
15 Gennaio 2011 - 27 Marzo 2011
Nell’anno che vede il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la Fondazione Cariparma, in stretta collaborazione con la Biblioteca Palatina di Parma, contribuisce a tale importante appuntamento con la realizzazione della mostra 1860: prima e dopo. Gli artisti parmensi e l’Unità d’Italia, dedicata allo studio dell’arte parmense nel periodo tra la dominazione degli ultimi Borbone e i primi anni successivi all’unificazione del Paese.
L’esposizione, attraverso un ricco panorama di opere, talvolta inedite, di pittura, incisione, scultura, architettura, fotografia, filatelia, numismatica e arti decorative – in collaborazione con Biblioteca Palatina di Parma, Collezioni d’arte del Palazzo del Quirinale, Comune di Parma, Provincia di Parma, Fondazione Museo “Glauco Lombardi” di Parma, Soprintendenza al Patrimonio Artistico, Storico ed Etnoantropologico di Parma e Piacenza, IPSIA “Primo Levi” e Liceo d’arte “Paolo Toschi” – ha ottenuto il logo ufficiale delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e raccontando ad un vasto pubblico l’impatto che i rivolgimenti storici ebbero sulle strategie professionali e sulla produzione artistica locale: nel breve tempo che ruota intorno al processo storico dell’Unità nazionale, gli artisti degli Stati parmensi ebbero infatti un ruolo assai più significativo di quanto finora considerato.
Poco studiate sono certamente la committenza dei Borbone e la svolta da loro impressa sul gusto e sull’insegnamento artistico, così come non sufficientemente indagato appare il ruolo degli artisti parmensi e piacentini presso la nuova Corte italiana e la gloriosa Accademia locale, unificata a quelle di Modena e Bologna fino al 1877.
In particolare, due generazioni, quella che negli anni Cinquanta insegnava presso l’Accademia di Parma e l’Istituto Gazzola a Piacenza e quella che vi studiava, dovettero affrontare un periodo lungo e tormentato, certo ricco di tensioni ideali e di entusiasmanti trasformazioni, ma anche gravato da incertezze istituzionali e materiali che rendevano particolarmente precarie le condizioni per l’esercizio e la ricerca nel campo delle arti.
Oltre che con i rivolgimenti politici, la scuola parmense, che eccelleva nel campo dell’incisione tanto da essere confermata anche dopo l’Unità quale unico centro di specializzazione italiano, dovette confrontarsi con la nascente arte della fotografia, tecnica che le avrebbe via via sottratto il monopolio della riproduzione iconografica.
Formati in genere al purismo accademico, gli artisti dei ducati parmensi furono stimolati dall’epoca tumultuosa di cui si fecero velocemente protagonisti: soprattutto sul piano dei temi da trattare. Oltre le fortunate scene di genere e le solite vedute pittoresche, alcuni di loro si spinsero ad inscenare soggetti esotici; la maggior parte s’indirizzò comunque verso una pittura di storia, ricca di riferimenti agli eventi in atto, alla glorificazione degli artisti locali o italiani del passato, alla celebrazione degli antenati dei diversi regnanti.
In architettura, l’avvento dei Borbone aveva segnato da una parte l’avvio di una riforma urbana, dall’altra un netto rifiuto del monopolio classicista vigente in Accademia a favore di un variegato storicismo. Tale aggiornamento sulle tendenze europee favorì il perfezionamento di alcuni professionisti e decoratori poi tanto apprezzati dai Savoia da meritare prestigiosi incarichi nei maggiori palazzi delle nuove capitali, Firenze prima e poi Roma.
Onori dunque alla scuola d’arte locale, confermati anche dalla scelta di tenere a Parma il I Congresso Artistico Italiano; ma d’altro canto, contemporaneamente, il saccheggio delle regge parmensi che, nonostante le assicurazioni della prima ora, furono spogliate dai Savoia di tutti i pezzi migliori, causando la diaspora di un preziosissimo insieme di arredi artistici nelle varie residenze regie italiane.
Il percorso della mostra 1860: prima e dopo. Gli artisti parmensi e l’Unità d’Italia – ideata e curata da Gianfranco Fiaccadori e Alessandro Malinverni (Università di Milano) e Carlo Mambriani (Università di Parma) – è stato articolato in due sezioni: la prima dedicata alla formazione nell’Accademia di belle arti (i concorsi interni, i soggiorni di perfezionamento all’estero, le esposizioni nazionali e internazionali) e alle prime commissioni disponibili ai giovani artisti (la Società d’Incoraggiamento, la committenza pubblica e privata); la seconda al rapporto con le due dinastie delle quali gli artisti furono sudditi: i Borbone-Parma e quindi i Savoia. I sovrani ebbero un ruolo centrale, con il loro mecenatismo, nel procurare occasioni di sussistenza ai giovani allievi dell’Accademia che si avviavano alla professione e, talvolta, nell’offrire loro diretta protezione anche per la successiva fase di perfezionamento.
Due scuole superiori di Parma hanno collaborato all’iniziativa con il lavoro di studenti e docenti: l’IPSIA “P. Levi” ha confezionato i costumi dell’ultima duchessa, Luisa Maria, e del primo re, Vittorio Emanuele II, ispirati ai ritratti esposti in mostra; il Liceo d’Arte “Paolo Toschi” ha curato il restauro dei gessi della sua Gipsoteca.
Sul piano della conservazione e della valorizzazione, è da ricordare che – in occasione di tale esposizione – diverse opere sono state appositamente restaurate, recuperate dai depositi o ricongiunte dopo decenni, permettendo nuove scoperte critiche: la Contadinella di Cecrope Barilli del Quirinale, il Vecchio soccorso da un fanciullo di Ignazio Affanni della Provincia di Parma, l’antico e prezioso pugnale (Musei Civici di Piacenza) con la sua teca, donati dalla duchessa reggente al piacentino Istituto Gazzola, la cornice neobarocca con una Madonna del Bissoli, uno scranno neogotico e il ritratto di Luisa Maria con il figlio Roberto I di Giulio Carlini, di proprietà della Galleria Nazionale.
Eventi collaterali alla mostra sono stati un ciclo di conferenze settimanali (leggi il COMUNICATO STAMPA) dedicate ad approfondire, con la presenza di autorevoli relatori, il periodo artistico che insiste attorno al processo storico dell’unità nazionale.
IMMAGINI DELL’ALLESTIMENTO