Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati ed autonomi, che perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico.
Sono attualmente 88 e dispongono di patrimoni che investono in attività diversificate, prudenti e fruttifere.
Dagli utili derivanti dalla buona gestione di questi investimenti esse traggono le risorse per sostenere la propria attività istituzionale, ovvero il supporto a vari settori d’interesse collettivo (dall’arte alla cultura, alla ricerca, alla formazione, dal sostegno alle categorie sociali deboli allo sviluppo delle comunità locali, etc…) tramite progetti realizzati sia direttamente sia da soggetti terzi, privati e pubblici, purché non profit.
Storia
Le Fondazioni di origine bancaria sono nate agli inizi degli anni Novanta, quali eredi dell’attività di carattere sociale che svolgevano le Casse di Risparmio e le Banche del Monte insieme all’esercizio del credito. Alle Fondazioni (allora dette enti conferenti) oltre all’attività filantropica fu inizialmente attribuita la titolarità del capitale delle banche (dette conferitarie, perché ad esse era stata conferita l’attività bancaria): titolarità che le Fondazioni hanno per la maggior parte dismesso nel tempo, in conformità alle indicazioni normative.
Le originarie Casse di risparmio ed i Monti di credito su pegno, da cui le Fondazioni negli anni Novanta sono state “enucleate”, erano sorte agli inizi dell’Ottocento (ma molte di loro anche prima: per es. il Monte dei Paschi di Siena risale al Quattrocento) come istituti nei quali convivevano due anime: quella rivolta all’esercizio del credito e quella volta ad effettuare interventi di utilità sociale nei confronti delle loro comunità di riferimento.
Negli anni Novanta – sotto la spinta esercitata dalla I e dalla II Direttiva europea in materia creditizia, riguardanti la libertà di stabilimento e la despecializzazione bancaria – esse furono oggetto di una profonda e radicale trasformazione, ad opera della legge di delega n. 218 del 30 luglio 1990 (c.d. legge “Amato”) e relativi decreti applicativi.
Questa riforma portò alla separazione dell’attività creditizia da quella filantropica: la prima fu scorporata e attribuita alle Casse di risparmio e alle Banche del monte Spa (ossia società commerciali private disciplinate dal Codice civile e dalle norme in materia bancaria, analogamente alle altre banche operanti nel settore del credito), mentre le attività finalizzate allo sviluppo sociale, culturale, civile ed economico rimasero proprie delle Fondazioni.
L’identità di queste ultime fu meglio chiarita nel 1998, con la legge delega n. 461 (c.d. legge “Ciampi”) e successivo decreto applicativo n. 153/99, e riconfermata nel 2003 dalla Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 300, ha posto le Fondazioni “fra i soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali”.
L’autonomia e la terzietà delle Fondazioni si rafforza ulteriormente con l’adozione della Carta delle Fondazioni, varata dal Congresso nazionale dell’Acri, svoltosi a Palermo nel giugno 2012. La sua adozione da parte delle Fondazioni associate all’Acri è volontaria, ma vincolante; tutte le Fondazioni hanno scelto di aderirvi e di darne attuazione.
Con l’obiettivo di attualizzare la legge Ciampi, nell’aprile 2015 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa tra Acri e Ministero dell’Economia e delle Finanze, un’auto-riforma delle Fondazioni di origine bancaria che prevede importanti scelte nel campo della governance, dell’accountability, dell’attività istituzionale e della gestione del patrimonio, con specifico riferimento alla concentrazione degli investimenti, all’indebitamento, all’uso dei derivati ed alla trasparenza.
Al Protocollo hanno aderito 85 delle 86 Fondazioni associate all’Acri, le quali avranno 12 mesi di tempo per modificare gli statuti e varare i piani di diversificazione del patrimonio, 3 anni per cedere le quote in eccesso nelle banche quotate e 5 anni per le non quotate.
Ruolo
Le Fondazioni intervengono nella vita sociale ed economica del Paese sia in quanto soggetti filantropici, sia nella loro veste di importanti investitori istituzionali. La loro esistenza ha prodotto numerosi vantaggi per l’Italia:
- ha favorito la ristrutturazione del sistema bancario, in particolare attraverso importanti processi di integrazione;
- ha generato risorse per realizzare in modo autonomo e sussidiario progetti con finalità sociali e di promozione dello sviluppo economico su proposta delle Fondazioni stesse, del Terzo settore e degli Enti locali, contribuendo così a ridurre il divario che caratterizza l’Italia rispetto al mondo anglosassone in relazione alla presenza di iniziative e istituzioni private nei settori, ad esempio, della ricerca scientifica, della tutela del paesaggio, dei beni artistici e della solidarietà sociale.
Tutto questo grazie a caratteristiche identitarie riassumibili in: capacità di gestire la loro autonomia, senso di responsabilità, attitudine alla sussidiarietà, che le accomuna tutte, anche se non possono essere considerate un “unicum”. Ciascuna Fondazione, infatti, è un soggetto totalmente autonomo: ha un proprio statuto, che prevede in modo diverso la composizione degli organi sociali; ha scopi statutari diversificati, anche per rispettare la cultura non uniforme derivante dalla diversità della localizzazione e dell’origine.
In base alla storia delle rispettive Casse, infatti, alcune Fondazioni hanno origine istituzionale (le Casse originarie erano nate con il contributo di enti e di organizzazioni della società civile), altre origine associativa (le Casse originarie erano sorte come società anonima e con conferimenti patrimoniali di privati cittadini). Oggi la differenza fra le due consiste esclusivamente nel fatto che le associative conservano tuttora l’Assemblea dei Soci quale assise degli originari fondatori. Per entrambe gli organi di governo sono: l’Organo di Indirizzo, quello di Amministrazione e quello di Controllo.
Ulteriori informazioni sulle Fondazioni di origine bancaria sono disponibili sul sito dell’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa): www.acri.it.