Donne allo Specchio

Eleganza, emancipazione e lavoro nella moda tra ‘800 e ‘900 

 

Palazzo Bossi Bocchi | 8 marzo – 25 maggio 2025

Giornate di apertura e orari:
Martedì e giovedì: 15.30 – 18.00
Sabato e domenica: 10.00 – 12.30; 15.30 – 18.00 

Info e prenotazioni:
guide@fondazionecrp.it 

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito 

 

 

La mostra “Donne allo Specchio. Eleganza, emancipazione e lavoro nella moda tra ‘800 e ‘900” è un percorso espositivo multisensoriale dedicato alla moda e ai diversi ruoli della donna in questo particolare periodo storico. Attraverso un viaggio nel mondo della moda – intesa non solo come un fenomeno estetico ma anche come un sistema di produzione manifatturiera e industriale – la mostra ha l’obiettivo di mettere in luce il progressivo e lento processo di emancipazione della donna e i cambiamenti di costume che ne sono scaturiti.

L’esposizione, aperta al pubblico dall’8 marzo al 25 maggio, si snoda lungo cinque spazi in cui sono allestite le opere: dipinti e disegni – tra cui opere di Giovanni Boldini, Pompeo Mariani e Ambrogio Antonio Alciati, appartenenti alla Collezione Bruson di Fondazione Cariparma insieme a manifesti pubblicitari, riviste di settore italiane e francesi, cataloghi di moda, abiti e accessori originali dell’epoca.

Per la prima volta le opere in mostra sono accompagnate da didascalie interattive, curatoriali e tematiche, dedicate ai più piccoli, tattili e olfattive.

Alla fine dell’Ottocento si registrano, su scala nazionale, circa un milione e mezzo di donne lavoratrici nell’industria tessile, nella produzione di biancheria, nelle stirerie e nel commercio della moda. Anche Parma riflette questa dinamica, illustrata in apertura della mostra con una panoramica sul settore tessile parmense e sulla produzione di busti per signora di cui si possono ammirare alcuni esempi esposti, curata dall’Archivio Storico del Comune di Parma. Tale attività, che raggiunge il suo apice agli inizi del secolo sarà segnata, nel 1907, dal primo sciopero delle bustaie di Parma che, guidate da Alceste De Ambris, segretario della Camera del Lavoro, si ribellarono ai salari inadeguati e alle condizioni di lavoro insopportabili e portarono alla sospensione della produzione di busti per cinquanta giorni.
Nello stesso periodo, Parma vanta anche una consolidata tradizione nell’industria profumiera all’interno della quale le donne furono impiegate in diverse fasi della produzione. La “Violetta di Parma”, la “Duchessa di Parma” e “Acqua di Parma” sono le fragranze più celebri dei marchi Borsari e OPSO (Officina Parmense Sostanze Odorose) che si imposero nel settore profumiero.
Nel panorama nazionale la produzione di merletti è un’altra importante manifattura che vede la manodopera femminile protagonista. La mostra ne fornisce alcuni spunti anche grazie alla collaborazione con il Museo del Merletto di Burano.

Il percorso espositivo prosegue con un approfondimento sulla borghesia ottocentesca, la nuova classe emergente che, grazie allo sviluppo economico, utilizza la moda come espressione del proprio successo. La donna di questi anni ha un ruolo ancora subordinato alla figura maschile; stretti busti e gonne vaporose, abiti elaborati e difficili da portare sanciscono il confinamento della donna nella dimensione domestica. Una condizione che si riflette anche nell’arte dell’epoca come si evince dai ritratti di Boldini e Bocchi in mostra, ma anche dagli abiti, dai corpetti e dai busti esposti, in prestito dalla Collezione abiti antichi di Camilla Colombo.

Il desiderio di distinzione della nuova classe borghese, che ricerca l’eleganza a costi accessibili, determina una profonda trasformazione dei modelli di consumo nelle città europee dove sorgono i primi grandi magazzini, templi innovativi del commercio. Questi nuovi spazi commerciali non si limitano alla semplice vendita, ma offrono al pubblico un’esperienza immersiva. Le strategie promozionali si fanno sempre più innovative: i cataloghi illustrati permettono di sfogliare comodamente da casa le ultime novità, i grandi manifesti pubblicitari colorano le città, mentre le inserzioni pubblicitarie sui quotidiani e sui periodici femminili amplificano il desiderio, facendo leva sulle aspirazioni della nuova clientela. Con il progressivo aumento dell’alfabetizzazione femminile, infatti, prende piede il giornalismo di moda – a cui è dedicata un’intera sala espositiva dove è possibile sfogliare riviste femminili italiane e francesi, fra cui Margherita. Giornale delle Signore Italiane, e cataloghi di moda, in versione digitale attraverso uno schermo touchscreen.

Nell’ultima parte espositiva la mostra si sofferma sull’inizio del nuovo secolo che segna l’avvio di un lento ma progressivo processo di emancipazione femminile con la donna nuova protagonista degli spazi pubblici del divertimento – come caffè, casinò e teatri – prima riservati al solo pubblico maschile.
Le attrici, protagoniste anche di alcuni disegni in mostra, sono le nuove muse ispiratrici della moda femminile. La bellezza e l’eleganza diventano espressione di un nuovo protagonismo femminile. I dipinti di Boldini, Mariani, Alciati e De Strobel, testimoni di questa nuova tendenza, sono accompagnati da didascalie di approfondimento, tattili e olfattive studiate in collaborazione con Mouillettes & Co che aiutano il visitatore a meglio comprendere il clima dell’epoca.

Con lo scoppio della Grande Guerra la donna acquisisce una nuova autonomia e inizia a ricoprire un ruolo attivo nella società. Le tendenze degli anni ‘20 e ‘30 del Novecento rispecchiano quindi la nuova figura femminile che lavora, fa sport e guida l’automobile, e che abbandona quindi il busto per indossare abiti dalle linee dritte, copricapi sobri e minimali e tagli di capelli corti, nuovo simbolo della donna indipendente e audace.

Palazzo Bossi Bocchi è la sede espositiva delle Collezioni d’Arte di Fondazione Cariparma. Le eleganti sale offrono una straordinaria testimonianza della cultura e dell’arte della città di Parma mentre importanti lasciti ampliano l’internazionalità delle raccolte: dallo splendido autoritratto a penna di Parmigianino, passando per la caravaggesca tela di Lanfranco, i seicenteschi ritratti farnesiani e quelli di epoca borbonica di Van Loo, alle padane nature morte di Boselli, al prezioso ciclo ottocentesco di Giambattista Borghesi, ricostruito in una delle più suggestive sale dell’itinerario espositivo, sinoalla Parma trasfigurata di Bruno Zoni e al dialogo con l’informale di Goliardo Padova; dalle ceramiche rinascimentali ai dipinti dell’800 Italiano, per finire con la sezione dedicata alla storia della moneta e della cartamoneta, conservata nei sotterranei del Palazzo.

Informazioni di servizio e utilità
Palazzo Bossi Bocchi – Strada al ponte Caprazucca, 4 – Parma

Palazzo Bossi Bocchi è visitabile nei pomeriggi di martedì e giovedì (orari 15.30-18.00) e nelle giornate di sabato e domenica (orari 10.00-12.30 / 15.30-18.00).

Tutte le attività di Palazzo Bossi Bocchi sono ad ingresso gratuito.

Info e prenotazioni: guide@fondazionecrp.it

PER I GRUPPI, E PER I LABOTARORI “A MISURA DI BAMBINO” PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA tramite mail: guide@fondazionecrp.it

Gli ambienti sono attrezzati per la visita di persone diversamente abili con rampe di accesso ed ascensore-montacarichi.

L’attività culturale di Fondazione Cariparma è realizzata in collaborazione con:
Artificio Società Cooperativa

Palazzo Bossi Bocchi è presente nel Virtual Tour 360° di Parma 2020+21, una immersione virtuale nei luoghi più importanti di Parma Capitale Italiana della Cultura. Col pulsante più sotto accedi al Virtual Tour 360° di Parma 2020+21 e clicca su Palazzo Bossi Bocchi per scoprire le sue Collezioni d’Arte!

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