Guglielmo Du Tillot, regista delle arti nell’età dei Lumi
27 Ottobre 2012 - 27 Gennaio 2013
A due anni di distanza dalle celebrazioni in onore della duchessa di Parma Luisa Elisabetta di Borbone, la Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambiente, territorio e Architettura dell’Università di Parma, prosegue l’approndimento della storia dei ducati parmensi nel Settecento, attraverso una mostra dedicata al ministro riformatore Guglielmo Du Tillot e al suo ruolo nello sviluppo delle arti a Parma negli anni Sessanta.
La mostra Guglielmo Du Tillot, regista delle arti nell’età dei Lumi è stata inaugurata a Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione Cariparma e resterà aperta sino al 27 gennaio 2013. L’esposizione, che si fregia del patrocinio delle ambasciate di Francia e di Spagna in Italia, è stata realizzata in collaborazione con Biblioteca Palatina di Parma, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza, Archivio di Stato di Parma e IPSIA “Primo Levi” di Parma; l’obiettivo è di raccontare a un vasto pubblico l’impatto culturale e artistico della figura di Du Tillot, Intendente della Real Casa inizialmente e Primo ministro in seguito.
Attraverso un ricco panorama di opere, talvolta inedite, di pittura, scultura, architettura, incisione, numismatica e arti decorative, nonché di preziosi volumi conservati nei fondi antichi della Biblioteca Palatina e della Biblioteca di Busseto verrà illustrato la riforma artistica e culturale che permise al piccolo stato borbonico di emergere in Italia e in Europa come non era accaduto nemmeno sotto la dinastia farnesiana, facendo di Parma l’«Atene d’Italia».
Il percorso della mostra – ideata e curata da Gianfranco Fiaccadori e Alessandro Malinverni (Università di Milano) e Carlo Mambriani (Università di Parma) – si articola in due sezioni: la prima, preceduta da un inquadramento biografico del protagonista, è incentrata sulla trasformazione di Parma in «Atene d’Italia»: il ruolo del ministro, di Annetta Malaspina e della loro cerchia; le nozze dei principi come eventi di propaganda artistica e dinastica; l’istituzione dell’Accademia e l’appoggio fornito ai suoi artisti; il rinnovo delle residenze, delle manifatture e del tessuto urbano. La seconda sezione è dedicata alla committenza privata di Du Tillot a Parma e a Parigi, durante il breve esilio: l’allestimento delle sue residenze, gli acquisti di libri e di opere d’arte, gli artisti prediletti.
Tra i numerosi artisti presenti in mostra, oltre all’architetto Ennemond Alexandre Petitot, fedele collaboratore del ministro, e ai vincitori dei concorsi accademici degli anni Sessanta, si segnalano i protagonisti della ritrattistica settecentesca parmense, come Giuseppe Baldrighi e Pietro Melchiorre Ferrari, ed europea, del rango di Jean-Marc Nattier, Anton Raphael Mengs, Laurent Pecheux e Louis-Michel Van Loo.
Numerose sono state le collaborazioni specialistiche: docenti, laureati e dottorandi dell’Università di Parma hanno curato il primo fotomontaggio georeferenziato del catasto voluto dal ministro, il rilievo ricostruttivo del Palazzo Grillo (ora Marchi) e il modellino tridimensionale della residenza di Du Tillot a Parigi; i docenti e gli studenti del corso di “Moda e abbigliamento” dell’IPSIA P. Levi di Parma, hanno confezionato gli abiti ispirati ai ritratti del ministro Du Tillot e della marchesa Malaspina. Grazie a questi modelli nel percorso espositivo è allestita una suggestiva rievocazione d’ambiente con arredi e oggetti originali della metà del XVIII secolo.
Sul piano della conservazione e della valorizzazione, è da ricordare che – in occasione di tale esposizione – diverse opere sono state appositamente restaurate o recuperate dai depositi dei vari enti prestatori.
Eventi collaterali alla mostra saranno visite guidate di approfondimento, tenute dai curatori stessi e un recital cameristico dedicato al repertorio francese del secondo Settecento.